C’è una domanda che, se lavori nel digitale, ti sarai sicuramente fatto almeno una volta negli ultimi mesi: “Che fine farà la SEO con l’intelligenza artificiale?” E la risposta, oggi, passa per due parole che sentirai sempre più spesso: AI Overview.
Nel 2025, questa funzione sta cambiando il modo in cui cerchiamo le informazioni online e, di conseguenza, il modo in cui le aziende devono farsi trovare.
Se ti occupi di SEO, marketing, content o semplicemente vuoi capire come evolverà l’esperienza web nei prossimi anni, prenditi qualche minuto: in questo articolo ti spiego cos’è l’AI Overview, come funziona, come si presenta nei risultati di ricerca e, cosa più importante, perché dovresti preoccupartene, o meglio: prepararti.
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AI overview: partiamo dalle basi
In parole semplici, Google AI Overview è una funzione che fornisce risposte sintetiche, generate da intelligenza artificiale, direttamente nella SERP (pagina dei risultati di ricerca). In pratica, Google analizza più fonti affidabili, elabora le informazioni con modelli linguistici avanzati (come Gemini AI), e propone una risposta completa già visibile in cima alla pagina. È quindi un sistema basato su intelligenza artificiale che genera una risposta diretta e contestualizzata ad una domanda posta.
Immaginiamo di digitare su Google qualcosa come: “qual è la differenza tra vitamina D2 e D3?”
Fino a ieri, ti saresti trovato davanti una lista di link, magari con uno snippet in evidenza.
Oggi, in molti casi, Google ti mostra una risposta generata automaticamente: qualche riga ben scritta, che riassume l’essenza della tua domanda, prende spunto da varie fonti autorevoli e ti dà già un’idea chiara senza nemmeno dover cliccare. Questa, in poche parole, è l’AI Overview.
No, non è un assistente vocale, non è un chatbot (gli somiglia, è vero), ma una vera e propria evoluzione del concetto di ricerca: un motore che capisce, riassume e restituisce il sapere del web in forma compressa, intelligente e… potenzialmente pericolosa per chi si basa sul traffico organico.
L’obiettivo? Far risparmiare tempo all’utente e migliorare l’esperienza di ricerca.
Come funziona l’AI Overview
Dietro l’AI Overview c’è un complesso mix di tecnologie. Il motore sfrutta Large Language Models (LLM), come quelli su cui si basano Gemini o ChatGPT, per leggere, analizzare e comprendere centinaia di fonti sul web. Il processo, semplificando, avviene così:
- Analisi dell’intento dell’utente (non solo la query, ma anche lo storico, il contesto e le preferenze)
- Raccolta e valutazione delle fonti disponibili, sulla base del ranking classico ma anche della coerenza e affidabilità del contenuto
- Generazione del contenuto, che deve essere: utile, sintetico, neutrale e “verificabile” attraverso le fonti linkate.
È importante capire che il testo mostrato non è copiato ma ricreato. L’AI riformula, riscrive, mette insieme pezzi da diverse fonti in una voce unica. E qui iniziano i problemi, soprattutto per chi fa SEO.
Come viene visualizzato e per cosa appare
Non tutte le ricerche attivano un’AI Overview. Il sistema si attiva in particolare quando la query richiede una spiegazione articolata, può trarre beneficio da una sintesi o tocca argomenti informativi. Per esempio:
- Domande complesse e descrittive: “come funziona l’energia solare?”
- Confronti o panoramiche: “meglio iPhone o Android?”
- Tutorial e how-to: “come togliere una macchia di vino?”
Il layout è familiare: in alto, prima dei risultati classici, compare un box con il testo generato. Di solito c’è un paragrafo centrale e sotto dei link alle fonti utilizzate, anche se spesso il contenuto ha un tono più “editoriale” rispetto ai classici snippet. In alcuni casi, Google evidenzia la frase “This summary was generated with AI” (o simile), e lascia la possibilità di espandere la risposta o accedere alle fonti.
Perché i professionisti SEO devono prepararsi
L’AI Overview cambia le regole del gioco. Vediamo perché insieme
1. Calo dei clic organici
Se Google risponde direttamente alla domanda dell’utente, perché l’utente dovrebbe cliccare su un link? Non è solo una questione di posizionamento. È proprio che il “click” sta diventando un passaggio opzionale.
Molti studi (e anche osservazioni aneddotiche) stanno già mostrando un fenomeno: le ricerche informazionali vedono CTR in calo anche per i primi risultati. L’utente ottiene quello che cerca subito, senza esplorare.
2. Cambiano i criteri di ottimizzazione
Scrivere per posizionarsi non basta più. Ora bisogna scrivere per:
- essere capiti dall’AI,
- risultare affidabili,
- fornire valore aggiunto rispetto a quello che può essere riassunto.
In pratica, contenuti troppo generici o superficiali spariranno. È il momento dei contenuti autorevoli, ben strutturati e, idealmente, originali.
3. Si apre una nuova forma di visibilità
C’è però anche un’opportunità. Se il tuo sito viene citato come fonte nell’AI Overview, ottieni visibilità in un contesto di massima autorevolezza. Non sarà (subito) un click, ma sarà brand recognition e quindi fedeltà.
E con il tempo potresti scoprire che la gente arriva comunque da te. Perché vieni percepito come fonte primaria, non solo come “un sito che si è posizionato”.
Come affrontare l’AI Overview: consigli pratici
L’intelligenza artificiale non distrugge la SEO ma la trasforma. In una certa ottica, forse, la riporta dove dovrebbe stare: al servizio dell’utente.
Nei prossimi anni vedremo sempre più funzioni “smart” integrate nei motori, più filtri, più personalizzazione, più risposte dirette. Chi produce contenuti dovrà essere pronto. Chi fa strategia, dovrà aggiornarsi. Chi resta fermo, sarà tagliato fuori.
È un nuovo capitolo del web, e sta a noi scriverlo. Come?
- Scrivi contenuti che vadano in profondità, ma con chiarezza. Niente fuffa.
- Struttura le pagine in modo ordinato: heading chiari, domande e risposte, tabelle, paragrafi brevi.
- Rispondi alle domande prima ancora che vengano fatte. Anticipa dubbi, spiega con esempi, usa il linguaggio naturale.
- Monitora le fonti citate nelle overview: se i tuoi concorrenti ci sono e tu no, studia cosa stanno facendo meglio.
- Sii autorevole: cura backlink, segnali di trust, coerenza tra contenuti e intenti.
Il traffico si è trasformato, il click non è più il fine ultimo. Adesso, l’obiettivo finale è produrre valore vero ed essere riconosciuto come fonte autorevole. Dobbiamo solo imparare a scrivere per l’utente… ed ora anche per l’IA che lo guida.
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- Written by: idearia
- Posted on: 14 Aprile 2025
- Tags: ai overview, SEO